Gli studiosi della Terra non hanno l’abitudine di parlare o di scrivere delle bellezze del nostro pianeta con lo stile dei poeti, dei romanzieri o dei viaggiatori dotti. Tuttavia, sono pienamente consapevoli della bellezza del paesaggio quando si trovano ad operare a contatto con la natura. Molti geologi e geomorfologi rimangono tanto affascinati da certi tipi di paesaggio da tornare ripetutamente nei loro “luoghi particolari”.
Normalmente il pretesto è la ricerca scientifica ma, se fossero sinceri, dovrebbero ammettere che, quando sono attratti da una distesa sabbiosa del Sahara algerino o da una desolata penisola in Islanda, il motivo del ritorno non è esclusivamente la sete di conoscenza. Agiscono su di loro anche il desiderio di rinnovamento spirituale e la necessità, profondamente insita in tutti noi, di identificarsi con il paesaggio. Questo scriveva il Brian John circa 40 anni fa nell’introduzione del libro L’evoluzione del paesaggio.
La mappa geopoetica che qui andiamo a presentare è l’associazione di geografia poesia vita carducciana e quadri. Volutamente la geologia è stata posta in secondo piano proprio per enfatizzare il rapporto fra territorio e poesia.
Il quadro è un segnalibro che mi permette di confrontare la realtà carducciana con gli occhi di un contemporaneo e al contempo rendersi conto come questa stessa realtà si possa essere modificata ai giorni nostri.
Carducci nel suo modo di essere è molto legato ai macchiaioli. Lo stile ribelle, il tratto brusco e schivo e una palese ricerca della naturalità sono i tratti comuni più salienti. In qualche modo la geologia delle forme (geomorfologia) ovvero il paesaggio nella sua espressione più arcaica costituisce il suo interesse primario. Si tratta nel suo tratto poetico di una campagna solare che può essere idealizzata come Arcadia, dove uomini e natura vivono in perfetta armonia.
La connessione con i macchiaioli è forte e concreta: Argia, cugina di Giovanni Fattori, sposò il fratello di Carducci e quindi da un punto di vista iconografico la realtà descritta da Carducci trova piena corrispondenza alla rappresentazione dei quadri di Fattori e dei macchiaioli in genere.
La mappa costituisce il punto di incontro di questi diversi punti di vista (letterario, iconografico, geomorfologico. Lo sguardo è quello del poeta ma il confronto fra la sua realtà e quella che oggi vediamo costituisce la dimensione geomorfologica. Le differenze rappresentano l’azione dell’uomo sulle forme del territorio. La poesia si confronta con la nostra realtà quotidiana.
Il commento a tutto ciò è l’esperienza che noi facciamo. Si tratta di una sorta di viaggio nel peregrinare di Carducci e dei macchiaoli. Il loro vagabondare è una catarsi, un atto liberatorio verso forme pure, il nostro viaggio che ricalca il loro è cogliere l’essenza stessa della poesia e dell’arte e scoprire quanto sia possibile attualizzare tutto ciò.
Il viaggio è un percorso di maturazione attraverso le fasi della vita. Il nostro viaggio è la sintesi e il confronto con il nostro passato e con il nostro territorio.